Non più solo moda e lusso: la domanda cinese di prodotti italiani si è evoluta e apre nuovi spazi di opportunità in altri numerosi settori. Vediamo quali.

La situazione

La Cina rappresenta per le imprese italiane un partner commerciale tanto appetibile quanto temibile. È un po’ come una calamita, che da un lato attrae, e dall’altro respinge.
Come riporta il sito www.export.gov.it ,a fronte di una popolazione di quasi 1,5 miliardi di persone con modelli di consumo e tendenze sempre più simili a quelli occidentali permangono tuttavia differenze culturali legate a valori tradizionali ben presenti anche nelle classi con maggiore potenziale di spesa. A cui si aggiunge il rischio di violazioni di proprietà intellettuale e marchi che rappresentano la riconoscibilità del “Made in…”

Nonostante le incertezze e le paure, tuttavia, la Cina rappresenta per l’Italia un partner imprescindibile, anche se i rapporti economici bilaterali sono tipicamente caratterizzati da uno squilibrio strutturale riguardante i flussi di interscambio commerciale. Secondo i dati dell’Osservatorio Economico del MAECI, nel 2022 le esportazioni di merci italiane verso la Cina sono aumentate del 5% rispetto al 2021, per un valore di 16,4 miliardi di euro, mentre le importazioni sono aumentate del 49,1% ad un valore di 57,5 miliardi. Il deficit di bilancia commerciale è aumentato di 18,1 miliardi rispetto all’anno precedente, raggiungendo il nuovo valore record di 41,1 miliardi di euro, mentre il valore totale dell’interscambio ha quasi raggiunto 74 miliardi di euro.

Settori di opportunità

Oltre i classici settori fashion e luxury, le opportunità si estendono anche ad altri ambiti, tra cui:

  • Protezione ambientale
    Tutti i settori legati alla protezione ambientale (aria, acqua, suolo) sono in una fase di rapidissima espansione in Cina.  Alcuni segmenti portanti sono appetibili per le aziende italiane e le loro tecnologie riconosciute ed apprezzate a livello mondiale (es. monitoraggio industriale delle emissioni, abbattimento delle emissioni, nel trattamento delle acque civili ed industriali, ecc… ).
  • Transizione energetica
    Sarà il settore che trainerà la trasformazione della base industriale e sociale cinese. Gran parte dell’aumento della spesa per l’energia pulita tra il 2020 e il 2022 ha avuto luogo in Cina, dove si concentra anche il 60% delle vendite globali di veicoli elettrici. Tecnologie e servizi nelle filiere e nelle infrastrutture di trasporto (gas, energia elettrica, idrogeno, etc.) vedranno una crescita di oltre il 15% all’anno per i prossimi decenni..
  • Economia circolare
    Tecnologie e servizi per la raccolta, il riuso, il riciclo e la valorizzazione energetica avranno un enorme sviluppo in Cina e l’Italia possiede know-how distintivo da valorizzare nella bio-raffinazione da scarti alimentari ed agricoli; nel recupero e riciclo di olii minerali ed industriali e nelle tecnologie di selezione degli scarti civili.
  • Costruzioni
    Si sta affermando una tendenza al “recupero” degli edifici, anche e soprattutto a fini di efficienza energetica, sanitaria e di benessere in generale.  Tra i segmenti di interesse per il made in Italy si segnalano la progettazione e la pianificazione energetica; i materiali isolanti; i materiali carbon passive; i materiali sanitizzanti; i materiali/vernici per la produzione di energia elettrica; le reti locali.
  • Agricoltura
    Al di là dei macchinari, già promossi in Cina, esistono interi settori tecnologici e di servizio che sono diventati prioritari in Cina per promuovere un’accelerazione dell’incremento della produttività dei terreni, pur contenendo l’uso di fertilizzanti chimici. Tecnologie di pianificazione, prospezione satellitare, previsione e prevenzione di eventi atmosferici discontinui (da cambiamenti climatici), protezione delle coltivazioni, tecniche di tracciamento, ecc. saranno prioritari in Cina per ridurre la dipendenza agricola dall’estero ed incrementare la sicurezza alimentare.
  • Nuovi materiali
    I nuovi materiali, ferrosi e non ferrosi, stanno avendo uno sviluppo importantissimo in Cina in tutti i settori industriali. Le caratteristiche dei nuovi materiali puntano ad accelerare il percorso di decarbonizzazione grazie anche ai biomateriali e ad una visione di economia circolare.
  • Integratori alimentari e cosmetica
    Tutte le categorie di integratori alimentari, soprattutto quelli legate alla cosmetica, sono in forte crescita: gli integratori presentano  infatti affinità con la medicina tradizionale cinese, quindi godono già di un posizionamento funzionale ed hanno il vantaggio di essere prodotti fuori dalla Cina in paesi con elevati standard di controllo qualitativo e di sicurezza.
  • Servizi e prodotti sanitari per la cura degli anziani
    L’invecchiamento della popolazione è una delle maggiori sfide dell’evoluzione sociale cinese. Si stanno sviluppando settori di consumo, tecnologici, servizi, etc. dedicati all’anziano.  Ancora poche aziende straniere (produttrici sia di prodotti tecnologici, beni di consumo e servizi) sono attive in Cina nonostante un mercato dalle enormi potenzialità.
  • Meccanica, robotica e meccatronica
    La promozione italiana in Cina per tutti i settori della meccanica è molto avanzata e consolidata. Il settore dello smart manufacturing, servizi a valore aggiunto, IoT, AI, interfaccia uomo/macchina, SW di ottimizzazione delle prestazioni, etc. sono segmenti dove alcune nicchie italiane potrebbero affermarsi in modo determinante e competitivo anche nei confronti di paesi direttamente concorrenti (ad es. la Germania).
  • Chimica fine
    Nell’ultimo periodo i settori farmaceutici italiani sono stati in grado di posizionarsi in modo eccellente in Cina, con crescite dell’export significative. Esistono dunque ancora ampi spazi di crescita sia nei settori farmaceutici sia nella chimica fine in generale.