Tre domande a:
Alberto Sterza
Logistics Manager Witor’s S.p.A.
Post pandemia e crisi mondiale delle supply chain, quale il punto di vista del Logistics Manager?
Penso che anche i non addetti ai lavori si siano accorti di come gli effetti delle varie chiusure che i vari Stati nel mondo hanno adottato nel tentativo di arginare gli effetti del Covid, si siano ripercossi sulla quotidianità vissuta in quei mesi. A fronte di chiusure dei flussi del commercio internazionale si verificò un’impennata della richiesta di determinati beni piuttosto che altri. Non fu un caso che in quei mesi si assistette al boom del e-commerce.
Chiusi nelle nostre case, contingentati per fare la spesa ai supermercati e solo per beni di prima necessità (o quasi), ci riversammo in massa sulla spesa elettronica con la conseguenza di condizionare pesantemente quei flussi che di contro si stavano “congelando”. In quella situazione ci volle poco a capire che anche le aziende che operavano in un contesto sempre più globalizzato avrebbero presto risentito di un terremoto che avrebbe sconquassato pesantemente tutte le principali Supply Chain del mondo.
In Witor’s come avete affrontato il problema?
Come tutte le aziende che hanno Supply Chain mondiali anche noi abbiamo risentito di quella situazione, al punto che abbiamo spesso valutato alternative di supply più corte e/o meno complesse con esiti però non sempre soddisfacenti.
Il tema del reshoring è stato ovviamente oggetto di discussione ma, ovviamente richiedeva tempi lunghi e spesso anche costi non sempre sostenibili. La situazione contingente poteva essere affrontata solo tramite il supporto di fornitori che con esperienza e professionalità potevano arginare i profondi ritardi di approvvigionamento.
Credo che sia soprattutto in quei momenti che si vede realmente la professionalità e la fidelizzazione di un fornitore verso il proprio cliente.
Personalmente ho dovuto affrontare il problema di forniture in arrivo dal Far East destreggiandomi tra blank sailing, short shipped, GRI (General Rate Increase) oltre che ovviamente fermi di produzione. E’ proprio in quei momenti che oltre alla professionalità dei fornitori serve la professionalità e l’esperienza della figura del Logistics Manager che applichi le sue conoscenze, soprattutto ponderando le priorità del momento con le capacità di supporto dei vari anelli della supply chain. La conoscenza della capacità produttiva del fornitore, la conoscenza della qualità di servizio dei vettori sia marittimi che aerei giustificano scelte che in momenti diversi non avrebbero senso, ma che in situazioni di emergenza, aiutano a “contenere i danni”.
Quanto ha pesato la sua formazione e/o esperienza in quei frangenti?
Moltissimo. Sia la formazione (la mia è acquista sul campo con 20 anni di esperienza da spedizioniere internazionale) sia e soprattutto l’esperienza ed il feeling con i carrier/forwarder. Al termine del biennio 2020/2021 è con orgoglio che posso affermare che con il mio ufficio logistico, con riferimento ai flussi su base FOB, riuscimmo ad approvvigionarsi dal Far east con tutti i quantitativi ordinati senza alcuna rottura di stock. Addirittura, l’azienda mi chiese di modificare le rese in acquisto da DAP a FOB per gestire direttamente gli imbarchi dal Far East su tutte quelle spedizioni DAP che i nostri fornitori asiatici non erano in grado di spedire. Fu per me un forte segnale di fiducia dell’azienda ma al contempo di fortissima responsabilità!! Molti fornitori ci dissero “la merce è qui, venitevela a prendere… non furono giorni tranquilli… ma ce l’abbiamo fatta”.
Con laurea in Giurisprudenza a Pavia, Alberto Sterza approda per caso alla logistica, un “prestito temporaneo” ad un settore che poi diviene vera passione e professione. In attesa di capire cosa fare della laurea e per dare una mano in casa, arriva la prima assunzione in una piccola società di spedizioni internazionali nella quale impara a fare di tutto: dalla spunta dei colli sui mezzi alla compilazione della vecchia bolla di trasporto fino alla stesura delle bolle doganali per passare dalle HBL le MBL le AWB gli EUR 1 i Form A fino agli incoterms… Dopo una serie di esperienza in altre società di trading e import/export arriva in Witor’s nel 2014: stessi temi ma visti da una nuova angolazione, quella dell’azienda di produzione. L’approccio di Sterza al lavoro è ancora permeato della sua formazione giuridica, forma mentale e spirito operativo che hanno condizionato e condizionano tutt’ora il suo approccio alla logistica. Per questo in azienda, diversi colleghi lo chiamano confidenzialmente “Avvocato”. In risposta Sterza sorride e aggiunge “Mancato Avvocato”…
Fondata nel 1959, Witor’s vanta una storia di oltre 60 anni nella lavorazione del cioccolato e una tradizione tramandata nel tempo che ha portato l’iconico cioccolatino Boero, una pralina di cioccolato fondente con ciliegia e liquore ideata nel 1962, ad essere uno dei rappresentanti dell’eccellenza dolciaria italiana nel mondo. Witor’s vanta un portafoglio di oltre 350 prodotti per molti dei quali la società gode di una posizione di leadership in Italia. Witor’s ha un giro di affari complessivo intorno agli 85 milioni di euro, di cui circa la metà generato negli oltre 80 Paesi in cui è presente. L’attenzione all’etica e all’ambiente di Witor’s sono elementi condivisi da 21 Invest – dal 2021 presente nel capitale sociale – che si pone l’obiettivo di supportare l’azienda nel raggiungere il 100% degli acquisti di cioccolato certificato e sostenibile nei prossimi anni.